Anestesia Locale e Sedazione Cosciente
I Vantaggi della Sedazione Cosciente in Odontoiatria sono una conquista fondamentale per tutti quei pazienti che hanno problemi di ansia, di disagio psichico o altre patologie che rendono difficile affrontare una seduta odontoiatrica. Nel video il Prof. Francesco Riva e il Prof. Saul Collini ci spiegano in cosa consiste e quando si utilizza la Sedazione Cosciente per permettere a chiunque di sederi serenamente sulla poltrona del dentista senza dover ricorrere all'anestesia generale come accadeva fino a pochi anni fa.
L’anestesista nello studio odontoiatrico - Prof. Saul Collini
Quante persone affermano di non riuscire ad andare dall’odontoiatra per paura? Numerosissime e, quel che è peggio, è che queste stesse persone soffrono ugualmente per le patologie dentarie che continuano a trascinarsi, pur di evitare il ricorso alle cure del caso.
E’ superfluo ricordare che la presenza di problematiche infiammatorie ed infettive a carico dei denti si ripercuotono sullo stato generale del paziente, fino ad esporlo a patologie che dovrebbero oramai essere relegate al passato remoto ( cardiopatie valvolari, stati settici, cefalee, nevralgie trigeminali, ecc.).
Esistono poi tutta una serie di quadri clinici, che richiedono, per la sicurezza del paziente, una monitorizzazione dei parametri vitali, al fine di evidenziare ogni tipo di alterazione a carico del sistema cardiocircolatorio e respiratorio, come, ad esempio, rialzi della pressione arteriosa, alterazioni della frequenza cardiaca, reazioni allergiche impreviste e molte altre.
Altrettanto importanti e, probabilmente, anche più frequenti, sono tutti quei quadri clinici che hanno alla base una compromissione dello stato emotivo: l’ansia incontrollata, la depressione endogena, l’impossibilità di poter sopportare la presenza delle mani e degli attrezzi odontoiatrici all’interno del cavo orale, rendono impossibile il trattamento curativo, se non ricorrendo ad un’anestesia generale, in ambiente protetto. Queste manifestazioni vanno al di là della capacità di autocontrollo da parte del paziente e della pazienza dell’odontoiatra; in presenza di pazienti particolarmente motivati, in assenza di una adeguata sedazione monitorizzata, il trattamento odontostomatologico diventa una vera e proria “pena”, sia per il paziente che per il curante.
La presenza di un anestesista al fianco del paziente odontoiatrico ha una indubbia e doppia valenza: quella di poter assicurare al paziente un trattamento curativo in condizioni di assoluta sicurezza e quello, altrettanto importante, di svincolare l’odontoiatra dalla preoccupazione di dover badare allo stato emotivo e clinico dell’assistito, potendosi concentrare esclusivamente sul proprio lavoro.
L’anestesista moderno, che si approccia al paziente odontoiatrico, deve conoscere le condizioni cliniche del paziente, deve essere a conoscenza delle sue terapie mediche ed essere in grado di valutare le interferenze con gli anestetici locali e tutte le metodiche impiegate dall’odontoiatra, per poter prevenire e trattare in tempo reale ogni evento. Per questo motivo, i monitoraggi utilizzati dall’anestesista devono essere quanto più completi possibili; è oramai una figura obsoleta quella del professionista “armato” di un apparecchio per misurare la pressione arteriosa e un flacone di Valium per tranquillizzare il paziente.
Attualmente i monitor multiparametrici permettono di tenere costantemente sotto controllo numerosi parametri vitali, come la pressione arteriosa, il tracciato elettrocardiografico, la frequenza cardiaca, quella respiratoria, la saturazione periferica di ossigeno, la percentuale di CO2 di fine espirazione; altre attrezzature, quali le ago cannule endovenose collegate alle pompe infusionali continue permettono la somministrazione di farmaci per la sedazione cosciente, così come per altre esigenze.
Tutte le attrezzature per la rianimazione, quali quelle per l’intubazione d’urgenza, il defibrillatore semiautomatico ed i sistemi di ventilazione, garantiscono un trattamento corretto ed immediato di qualsiasi emergenza, come se il paziente fosse all’interno del Pronto Soccorso di un Ospedale.
La sedazione monitorizzata ha la capacità di rendere tutto più semplice ed accettabile: il paziente non si accorge del tempo che scorre e, alla fine della seduta, è il primo a stupirsi felicemente di quanto tempo sia trascorso e del fatto che tutto il trattamento, inizialmente previsto su più appuntamenti, sia stato invece portato a termine in un’unica volta.
Per quanto riguarda l’odontoiatra, possiamo dire che si trova a lavorare in condizioni ottimali, spesso neanche immaginabili:
1. Il paziente è tranquillo ma collaborante;
2. tutte le reazioni agli anestetici locali ed ai vasocostrittori sono sotto controllo;
3. il paziente riesce a tenere la bocca aperta anche per lunghi periodi;
4. la presenza di un acceso venoso permette la somministrazione di tutti i farmaci necessari ed altrimenti da anticipare o da procrastinare ( antiedemigeni, antiemorragici, antinfiammatori, antibiotici, ecc.);
5. il paziente viene rimandato al proprio domicilio in assenza di dolore e tranquillo.
A questo punto viene da chiedersi perché l’assistenza anestesiologica non è così frequente come ci si aspetterebbe: la paura, ancora una volta, è il motivo per il quale il paziente solleva tanti dubbi. Ciò è legato alla errata supposizione che debba essere sottoposto ad una vera anestesia generale, che lo porterebbe a perdere il controllo della propria coscienza, rischiando chissà quali pericoli.
E’ quindi fondamentale avere un colloquio preliminare con il paziente, sia per illustrare con dovizia di particolari il tipo di assistenza proposta, che per rispondere ad ogni interrogativo e dubbio; la fiducia nell’anestesista è un requisito imprescindibile, il paziente deve sedersi sul lettino dell’odontoiatra tranquillo e sicuro di potersi affidare nelle mani dei professionisti che devono risolvere i suoi problemi odontoiatrici.
Quante persone affermano di non riuscire ad andare dall’odontoiatra per paura? Numerosissime e, quel che è peggio, è che queste stesse persone soffrono ugualmente per le patologie dentarie che continuano a trascinarsi, pur di evitare il ricorso alle cure del caso.
E’ superfluo ricordare che la presenza di problematiche infiammatorie ed infettive a carico dei denti si ripercuotono sullo stato generale del paziente, fino ad esporlo a patologie che dovrebbero oramai essere relegate al passato remoto ( cardiopatie valvolari, stati settici, cefalee, nevralgie trigeminali, ecc.).
Esistono poi tutta una serie di quadri clinici, che richiedono, per la sicurezza del paziente, una monitorizzazione dei parametri vitali, al fine di evidenziare ogni tipo di alterazione a carico del sistema cardiocircolatorio e respiratorio, come, ad esempio, rialzi della pressione arteriosa, alterazioni della frequenza cardiaca, reazioni allergiche impreviste e molte altre.
Altrettanto importanti e, probabilmente, anche più frequenti, sono tutti quei quadri clinici che hanno alla base una compromissione dello stato emotivo: l’ansia incontrollata, la depressione endogena, l’impossibilità di poter sopportare la presenza delle mani e degli attrezzi odontoiatrici all’interno del cavo orale, rendono impossibile il trattamento curativo, se non ricorrendo ad un’anestesia generale, in ambiente protetto. Queste manifestazioni vanno al di là della capacità di autocontrollo da parte del paziente e della pazienza dell’odontoiatra; in presenza di pazienti particolarmente motivati, in assenza di una adeguata sedazione monitorizzata, il trattamento odontostomatologico diventa una vera e proria “pena”, sia per il paziente che per il curante.
La presenza di un anestesista al fianco del paziente odontoiatrico ha una indubbia e doppia valenza: quella di poter assicurare al paziente un trattamento curativo in condizioni di assoluta sicurezza e quello, altrettanto importante, di svincolare l’odontoiatra dalla preoccupazione di dover badare allo stato emotivo e clinico dell’assistito, potendosi concentrare esclusivamente sul proprio lavoro.
L’anestesista moderno, che si approccia al paziente odontoiatrico, deve conoscere le condizioni cliniche del paziente, deve essere a conoscenza delle sue terapie mediche ed essere in grado di valutare le interferenze con gli anestetici locali e tutte le metodiche impiegate dall’odontoiatra, per poter prevenire e trattare in tempo reale ogni evento. Per questo motivo, i monitoraggi utilizzati dall’anestesista devono essere quanto più completi possibili; è oramai una figura obsoleta quella del professionista “armato” di un apparecchio per misurare la pressione arteriosa e un flacone di Valium per tranquillizzare il paziente.
Attualmente i monitor multiparametrici permettono di tenere costantemente sotto controllo numerosi parametri vitali, come la pressione arteriosa, il tracciato elettrocardiografico, la frequenza cardiaca, quella respiratoria, la saturazione periferica di ossigeno, la percentuale di CO2 di fine espirazione; altre attrezzature, quali le ago cannule endovenose collegate alle pompe infusionali continue permettono la somministrazione di farmaci per la sedazione cosciente, così come per altre esigenze.
Tutte le attrezzature per la rianimazione, quali quelle per l’intubazione d’urgenza, il defibrillatore semiautomatico ed i sistemi di ventilazione, garantiscono un trattamento corretto ed immediato di qualsiasi emergenza, come se il paziente fosse all’interno del Pronto Soccorso di un Ospedale.
La sedazione monitorizzata ha la capacità di rendere tutto più semplice ed accettabile: il paziente non si accorge del tempo che scorre e, alla fine della seduta, è il primo a stupirsi felicemente di quanto tempo sia trascorso e del fatto che tutto il trattamento, inizialmente previsto su più appuntamenti, sia stato invece portato a termine in un’unica volta.
Per quanto riguarda l’odontoiatra, possiamo dire che si trova a lavorare in condizioni ottimali, spesso neanche immaginabili:
1. Il paziente è tranquillo ma collaborante;
2. tutte le reazioni agli anestetici locali ed ai vasocostrittori sono sotto controllo;
3. il paziente riesce a tenere la bocca aperta anche per lunghi periodi;
4. la presenza di un acceso venoso permette la somministrazione di tutti i farmaci necessari ed altrimenti da anticipare o da procrastinare ( antiedemigeni, antiemorragici, antinfiammatori, antibiotici, ecc.);
5. il paziente viene rimandato al proprio domicilio in assenza di dolore e tranquillo.
A questo punto viene da chiedersi perché l’assistenza anestesiologica non è così frequente come ci si aspetterebbe: la paura, ancora una volta, è il motivo per il quale il paziente solleva tanti dubbi. Ciò è legato alla errata supposizione che debba essere sottoposto ad una vera anestesia generale, che lo porterebbe a perdere il controllo della propria coscienza, rischiando chissà quali pericoli.
E’ quindi fondamentale avere un colloquio preliminare con il paziente, sia per illustrare con dovizia di particolari il tipo di assistenza proposta, che per rispondere ad ogni interrogativo e dubbio; la fiducia nell’anestesista è un requisito imprescindibile, il paziente deve sedersi sul lettino dell’odontoiatra tranquillo e sicuro di potersi affidare nelle mani dei professionisti che devono risolvere i suoi problemi odontoiatrici.